Manifesto Industrie culturali

Produciamo e riproduciamo cultura e quest’ultima non è altro che il pilastro portante di ogni azione volta al sostegno ed alla promozione del territorio. Unitamente alla cultura, produciamo e riproduciamo senso civico e nuova sensibilità su tematiche quali sociale, arte ed ambiente.

Perché ci chiamiamo “Industrie culturali” ed il nostro logo mette in scena un selfie?!

Dal lato squisitamente della Forma, essa, in primis, è un chiaro e semplice riferimento alla poetica artistica della Pop Art (ancora attualissima unitamente al Dada) ed al testo di Walter Benjamin L’Arte nella sua riproducibilità tecnica. Mentre, per quanto riguarda la Sostanza dell’immagine essa è duplice: da un lato muove una critica all’eccessivo individualismo che pervade nella nostra società, dall’altro lato propone una presa di coscienza della società odierna con la quale, volente o nolente, bisogna scendere a patti e/o compromessi.

Forma e Sostanza appena enunciati ispirano la nostra Azione che, come già anticipato, non sarà esclusivamente di portata culturale. Vogliamo intervenire su altre tematiche, quali il sociale, l’arte e l’ambiente, al fine di promuoverle e sostenerle sul territorio.

Essendo industrie, auto-riproduciamo anche la nostra comunicazione e veste grafica. Ciò significa che ogni tematica da noi affrontata avrà una sua specifica veste grafica ed una sua portata valoriale, tenendo sempre, come imprescindibili fari-guida, i principi di democraticità e di inclusione che caratterizzano le società più evolute e meritocratiche.

Unitamente alla rappresentazione grafica anche la scelta del nostro nome si riaggancia alla poetica artistica della Pop Art ed al testo di Walter Benjamin. Il nome lascia intendere i nostri scopi di produrre e riprodurre esempi di cultura, di arte, di letteratura, di senso civico nonché la promozione di politiche green e sostenibili.

Abbiamo scelto una presentazione estetica e contenutistica Pop con coscienza e lungimiranza! Abbiamo scartato l’ipotesi di presentarci con dei connotati e delle coordinate locali ben precise perché questa associazione deve essere in grado di accogliere chiunque, a qualunque latitudine e longitudine. Il mondo è irrimediabilmente globalizzato e di ciò dobbiamo prendere necessariamente atto. Oggi i nostri personalissimi punti di riferimento possono anche essere a migliaia di chilometri di distanza dalla nostra residenza o dalla nostra semplice presenza fisica. Possono essere persino astratti ed eterei. Possono esulare i confini di qualunque territorio.

Come associazione, se vogliamo davvero incidere in certe dinamiche, dobbiamo muoverci all’interno della società in cui viviamo, ossia nel presente immediato, in proiezione verso un futuro di certo interconnesso ma ancora indeterminato.